Phylum: Arthropoda
Subphylum: Crustacea
Ordine: Decapoda
Famiglia: Astacidae
Genere: Austropotamobius
Nome: Austrapotamobius pallipes
Classificatore: Lereboullet 1858

Nomi comuni: Gambero di fiume (It), White-clawed crayfish (Ing), Dohlenkrebs (Ger), Ecrevisse à pattes blanches (Fr), Cangrejo de río (Spa).

Caratteristiche morfologiche

Le caratteristiche morfologiche di questo specie richiamano più generalmente quelle del gambero europeo e sono tipiche della famiglia Astacidae. La sagoma risulta massiccia e robusta e compressa nella direzione dorso-ventrale. La lunghezza media varia tra i 10 ed i 12 cm. Il colore è variabile e vira dal bruno a bruno verdastro. Sul ventre invece le tonalità si fanno più chiare. Il rostro è breve con brodi che divergono all’apice della regione oculare. I denti laterali sono presenti e di ridotte dimensioni. La cresta media è poco sviluppata e liscia.
Il carapace presenta solo un paio di creste post-orbitali. Una o al massimo due spine possono presentarsi posteriormente al solco cervicale. Le chele sono robuste e granulose, di maggiori dimensioni nei maschi. Il  interno è irregolare. Il telson è delimitato da un paio di spine.

Specie simili

Allo stesso genere appartiene il gambero di torrente Austropotamobius torrentium (Schrank, 1803), originario dell’Europa centro-orientale che si differenzia  per avere i denti laterali del rostro poco sviluppati e la mancanza di spine posteriormente al solco cervicale. Il margine interno delle chele si presenta liscio.

Distribuzione

Specie tipica dell’Europa occidentale, il Gambero di fiume è in rarefazione in tutto il suo areale distributivo. E’ presente in tutto il territorio nazionale, ad esclusione della Puglia e delle isole.

Habitat e comportamento

Il tipico habitat di questo gambero sono le acque correnti, limpide, fresche e ben ossigenate. Preferisce  fondali ciottolosi  o coperti da uno strato di limo, per lo più privi di vegetazione o con vegetazione piuttosto rada.  Non sopporta a lungo temperature superiori ai 24-25°C. Predilige acque dure ricche di carbonati di calcio. Questa specie durante il giorno preferisce rintanarsi sotto i sassi o in gallerie che scava negli argini più ripidi o in quei tratti di riva dove sono abbondati radici d’albero sommerse. Di notte invece si attiva per la caccia. E’ onnivoro; si ciba di larve d’insetti, di molluschi bivalvi, di gesteropodi, di gamberi in muta (anche della sua stessa specie), di uova di pesci. In età giovanile si ciba anche di radici di piante acquatiche dei generi Chara e Myriophyllum.
E’ preda ambita invece di bottatrici, anguille, persici, aironi, anatre.
Si riproduce in autunno nel periodo compreso tra settembre e novembre.  Le uova hanno un diametro di circa 2 mm e sono di colore bruno scuro. Il loro numero può variare da 50 a 200 unità (generalmente non superano il centinaio).
La femmina le trasporta sotto l’addome per circa 5 – 6 mesi pulendole continuamente.  Nonostante le cura continua solo una percentuale che non supera il 20% delle uova arriva a schiudersi. La schiusa avviene nel periodo intorno aprile – giugno. Le larve, che appena nate misurano non più di 8 mm, rimandono sul corpo della madre per i primi 10 – 15 giorni nutrendosi delle sostanze contenute nel grosso carapace.

Curiosità

La carne del gambero di fiume è ritenuta ottima. Dato l’enorme calo della popolazione dovuto soprattutto agli agenti inquinanti, non si possono prelevare esemplari con misura inferiore ai 7 mm e le femmine ovigere.