I Crostacei sono artropodi – come gli insetti – presenti nelle nostre acque dolci con un limitato numero di famiglie rispetto invece all’ambiente marino dove la loro presenza è assai più ricca e variegata.

Essi sono caratterizzati dallo sviluppo del carapace e da un’organizzazione del corpo a segmenti; i segmenti cefalici sono sempre fusi tra di loro, spesso anche con quelli toracici che portano numerose appendici.
Il capo presenta antenne e antennule e tre paia di appendici orali; gli occhi sono composti e peduncolati.

Tra i crostacei d’acqua dolce, i gamberi sono gli esemplari di maggiori dimensioni. Molte specie sono definite “specie chiave” in quanto una loro rimozione dagli ecosistemi dove vivono potrebbe avere gravi ripercussioni, anche irreversibili, sulla catena trofica. Alcune specie hanno un’esistenza breve ma sono dotate di elevata fecondità, raggiungendo una maturità sessuale dopo appena un anno di vita; altre specie invece hanno una vita più lunga ma una fecondità più limitata.

Una delle caratteristiche principale dei gamberi d’acqua dolce è lo sviluppo diretto dalla schiusa dell’uovo senza il transito dallo stadio larvale. Solitamente i piccoli rimangono aggrappati all’addome della madre.

Nelle schede che seguono abbiamo cercato di proporre quelli più comuni nei nostri corsi d’acqua e nei nostri laghi con divagazioni verso anche altre specie diverse dagli Astacidae e Carambidae.

Alcune curiosità

I gamberi d’acqua dolce erano noti all’uomo fin dall’era preistorica, come risorsa alimentare ricca di proteine; frammenti del carapace sono stati rinvenuti in scavi archeologici come resti di pasto. Già al tempo dei romani erano apprezzati come alimento.
Oggi i gamberi d’acqua dolce sono intensamente allevati e commercializzati in alcuni paesi, come gli Stati Uniti, la Cina e l’Australia. Oltre che per l’alimentazione umana, l’interesse per questi animali è anche di tipo scientifico per le peculiarità nella loro storia evolutiva, nella loro biologia ed ecologia. La drastica riduzione in abbondanza e distribuzione subita da molte specie per fattori legati alle attività dell’uomo e all’inquinamento, costituisce oggetto di forte preoccupazione per i biologi della conservazione e per chi invece è interessato al mantenimento della biodiversità.

Da un punto di vista sistematico, i gamberi d’acqua dolce, o Astacida, sono crostacei decapodi, ma le relazioni filogenetiche con gli altri decapodi risultano ancora in gran parte oscure. All’interno degli Astacida si distinguono due superfamiglie, gli Astacoidea e i Parastocoidea: i primi includono le famiglie di Astacidae e Cambaridae, entrambi presenti nell’emisfero boreale, i secondi comprendono l’unica famiglia dei Parastacidae, la cui distribuzione è limitata nell’emisfero australe, a Madagascar, Sud America meridionale e Australasia. È interessante rilevare che, oltre all’Antartide, i gamberi sono naturalmente assenti in Africa (se si esclude il Madagascar), nel subcontinente indiano e in gran parte dell’Asia. Negli ultimi decenni, comunque, la distribuzione naturale  è stata notevolmente alterata dalle innumerevoli traslocazioni di specie effettuate dall’uomo.

Secondo alcuni autori, l’antenato degli attuali gamberi d’acqua dolce apparteneva al genere Proto-astacus, risalente al Carbonifero che viveva in mare ed era filogeneticamente vicino ai progenitori degli attuali astici (Homarus gammarus) e scampi (Nephrops norvegicus).
La conquista dell’ambiente d’acqua dolce si sarebbe verificata in uno o più eventi di progressiva colonizzazione di estuari e fiumi nell’era geologica del Triassico. Durante questa fase, sembra che i gamberi siano andati incontro a un processo di adattamento al nuovo ambiente che almeno in parte può spiegare l’attuale diversificazione degli habitat attualmente occupati. Oggi, grazie alla loro fisiologia e al comportamento, i gamberi si adattano ad acque lentiche e lotiche; alcune specie vivono in ambienti sotterranei, in acque salmastre e in ambienti semi-terrestri o terrestri.

Alcune caratteristiche morfologiche dei gamberi

Corpo

Il corpo del gambero è suddiviso in venti segmenti raggruppati in tre regioni principali: capo (sei segmenti), torace (otto segmenti) e addome (sei segmenti).
Capo e torace sono fusi insieme e formano una struttura unica chiamata cefalotorace. Il punto in cui queste due strutture si uniscono è evidenziato dal solco cefalico.
L’intero corpo del gambero, con esclusione delle parti articolari, è ricoperto da un esoscheletro piuttosto spesso e flessibile che periodicamente viene abbandonato per consentire la crescita dell’animale. L’esoscheletro è composto principalmente da chitina e sali di calcio; la parte che ricopre il cefalotorace è denominata carapace. Ogni segmento del corpo ha un paio di appendici diverse a seconda delle funzioni cui sono preposte.

Capo

Il capo è quel segmento di esoscheletro compreso tra il prolungamento anteriore conosciuto come rostro ed il solco cefalico.
Ha sei paia di appendici: occhi, antennule, antenne e tre appendici masticatorie costituite da una mandibola ed una prima e seconda mascella.

Torace

Il torace è quel segmento compreso tra il solco cefalico e il primo segmento addominale. Ha otto paia di appendici, tre delle quali adibite alla masticazione mentre le altre cinque dedicate a scopi locomotori.
Il primo pereiopode porta una chela ben sviluppata, il secondo ed il terzo hanno piccole chele, mentre il quarto ed il quinto ne sono sprovvisti.

La chela è formata da una parte mobile (dattilopodite) e da una fissa (propodite) articolata su un segmento detto carpo. Ai lati del cefalotorace e  protette dal carapace vi sono le camere branchiali contenenti le lamelle branchiali. Sul lato ventrale del torace sono presenti gli sbocchi dell’apparato genitale.

Addome

Compreso tra il torace ed il telson, l’addome è formato da sei segmenti a forma di anello, composti da una parte superiore (tergite) ed una inferiore (sterno). Porta cinque paia di arti addominali (pleopodi) poco sviluppati. Negli esemplari maschili le prime due paia di pleopodi sono modificate in organi copulatori (gonopodi), mentre nelle femmine il primo paio è rudimentale. Il sesto paio di appendici addominali (uropodi), di dimensioni maggiori e a forma di paletta, definiscono, insieme al telson, il ventaglio caudale che funziona da pinna natatoria in retro-propulsione.

SCHEDE gamberi e granchi d’acqua dolce